Premio Discografico

Premio discografico 2004


Giuria:
Lothar Brandt, Zurigo; Rémy Franck, Lussemburgo; Michael Schwalb, Colonia; Thomas Schulz, Monaco di Baviera;
Presidente: Attila Csampai, Monaco di Baviera;

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Categoria A: riedizioni

Gustav Mahler: Sinfonia n° 1 re maggiore („Il Titano“)
NDR Sinfonieorchester Amburgo
Direttore: Kyrill Kondraschin

Incisione: Concerto 7 marzo 1981, Concertgebouw Amsterdam (prima pubblicazione: 2004)

EMI  5 62856 2 0   

Kyrill Kondraschin, nato a Mosca nel 1914, è stato il principale sostenitore di Mahler al di là della Cortina di ferro. Già negli anni 60’, ossia quando Mahler non era ancora molto apprezzato in Occidente, diresse l’ Orchestra Filarmonica di Mosca nelle memorabili esecuzioni di quasi tutte le sinfonie di Mahler e si impegnò fortemente per il “romantico decadente”, come Mahler veniva definito. La registrazione dal vivo della Prima di Mahler, pubblicata ora per la prima volta, sorse alcune ore prima della morte di Kondraschin, avvenuta il 7 marzo 1981 durante un concerto dell'orchestra radiosinfonica della Germania settentrionale (Norddeutscher Rundfunk) ospitata ad Amsterdam: Kondraschin aveva sostituito Klaus Tennstedt che si era improvvisamente ammalato, ed era morto subito dopo il concerto a seguito di un infarto. L'esecuzione testimonia in modo penetrante l’imprimatur di Mahler nello stile personale di Kondraschin, alimentato da un’altissima sensibilità emozionale. Della Prima vi sono nel frattempo più di cento produzioni,  ma nessuna, eccetto quest’ atto spontaneo di un vero mago della musica, frutto di una breve preparazione, è stata in grado di esprimere in modo così fluido ed elegante, così mirato e al contempo patetico e profondo l’irruzione, la sottile ironia e il nuovo anelito di totalità di questa Prima, sorta con grandi fatiche.

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Categoria B: nuove pubblicazioni

Gustav Mahler:  Sinfonia n° 6 la minore
London Symphony Orchestra
Direttore: Mariss Jansons

Incisione: Live Recording, Londra, Barbican Hall Novembre 2002

LSO live 0038 (2CD), Note 1

Già l’anno scorso Mariss Jansons aveva convinto la giuria della premio Casetta di composizione di Dobbiaco per le sue interpretazioni fresche e puntuali della Prima e della Nona di Mahler (con la Oslo Philharmonic). Alcuni mesi dopo, è apparsa con il nuovo label della London Symphony Orchestra (LSO Live) una registrazione dal vivo dell'autunno 2002 della „tragica“ di Mahler, la Sesta, altrettanto fluente e ampia di linee contrappuntistiche, che supera le due esecuzioni di Oslo per quanto concerne cultura musico-strumentale e rigorosità. La Sesta rientra fra i capolavori mahleriani più scomodi, il cui corso del mondo demonico e la cui teatralità shakespeariana sono state riconosciute solo tardivamente e rappresentate da pochi in modo convincente. Nonostante l'approccio contenuto, piuttosto privo di pathos ma estremamente articolato, Jansons riesce ad imporre un nuovo riferimento grazie alla perfetta esecuzione della London Symphony Orchestra, essendo in grado di ridisegnare l’intima  logica emozionale e la fulminante drammaticità di “questo mostro”, senza ricorrere all'uso di manierismi ed effetti; soprattutto nella Finale riesce a suscitare  una tensione così angosciante, che solo Solti era riuscito a  fare nel 1970.

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Categoria C: premio speciale

Gustav Mahler: Tutti i lieder da “Des Knaben Wunderhorn” nella versione per voce e pianoforte
Soprano, Diana Damrau; baritono, Iván Paley; pianoforte, Stephan Matthias Lademann
 
Incisione: Maggio & Settembre 2003, Metternich, Germania

telos music vocal TLS 1001 (2 CD), Klassik Center Kassel

Quest’anno il premio speciale della giuria viene assegnato alla prima incisione integrale dei  24 “Wunderhorn”-Lieder di Mahler nella versione originaria con accompagnamento per pianoforte; tale decisione è scaturita dall’approccio sperimentale e dall’alto valore repertoristico e non solo da motivi strettamente artistici. Con questa incisione, il giovane baritono argentino Bariton Iván Paley e la giovane soprano germanica Diana Damrau  tentano di evidenziare  con vivacità la ricchezza di sfaccettature di questa musica, che non è solo popolare, ma anche estremamente poliedrica. Vengono accompagnati al pianoforte dall'eccellente Stephan Matthias Lademann, il cui suono pronunciato recupera puntualmente la modernità di questi Lieder. Tra le sparute testimonianze discografiche dei “Wunderhorn”-Lieder“, soprattutto nella versione originaria per pianoforte, questa nuova produzione convince per il suo approccio estremamente fresco, non manieristico ma ponderato, che ovviamente può anche creare un contrasto. Anche Iván Paley nel testo del suo libretto, ammette che  nei Lieder Mahler non aveva pensato né a parti diverse per uomini e donne né a duetti, ma ciò non ha impedito a lui e alla sua partner di creare una architettura evidente sotto forma di dialogo nella parte cantata, nonostante l'obiezione che i dialoghi di Mahler si muovessero su un livello immaginario e quindi irreale. Al di là di ogni perplessità, un'impresa così coraggiosa trova pertanto il plauso della giuria, poiché gli impulsi di questa nuova produzione sono più significativi che l’incertezza alla quale non può sottrarsi.

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